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19 Nov

La carta igienica è sempre esistita? NO

La carta igienica è sempre esistita? NO

 

Nata in Cina nel medioevo oggi è una di quelle cose di cui non possiamo fare a meno. E non ci meravigliamo se gli scaffali di un paese ne rimangono sprovvisti… (come gli Stati Uniti durante l’emergenza Coronavirus)

In Italia allo scoppiare dell’emergenza Covid sono stati presi d’assalto gli scaffali con lievito, farina, e amuchina.

In altri paesi invece il Coronavirus ha “svuotato” gli scaffali di un altro bene: la carta igienica.

Un atteggiamento del tutto irrazionale, diremmo noi, visto che il Covid non è una malattia intestinale. E invece, come spiegano alcuni psicologi, quello che è successo è tutt’altro che irrazionale e si chiama “effetto bandawagon” che si innesca quando si ha la percezione che un prodotto sia molto richiesto, complice la pressione esercitata dai media tramite i mezzi di informazione.

Si tratta di una risposta comportamentale che ci porta a imitare il comportamento che vediamo intorno a noi. Della serie “non è poi così irrazionale pensare che se tutti intorno a me riempiono i carrelli di carta igienica, la mia famiglia potrebbe rimanere senza”. E così sempre più persone cominciano a riempire il carrello di quantità industriali di rotoli di carta igienica.

Breve storia della carta igienica

Dalla sabbia al rotolo

Dopo aver usato il gabinetto (un foro praticato in una roccia piatta), l’uomo del neolitico si puliva con l’acqua del ruscello più vicino. Non sappiamo però cosa succedeva in inverno quando l’acqua gelava; probabilmente usava foglie, ramoscelli, sassi non appuntiti.

Gli egizi si pulivano, sembra, con sabbia intrisa di oli profumati, mentre i popoli arabi e indiani si servivano della mano sinistra (ancora oggi è un insulto toccare un arabo o porgergli un oggetto con la sinistra, considerata impura). Abbiamo diverse testimonianze sui ricettacoli usati dagli antichi popoli; al contrario molto poco sappiamo su come ci si pulisse dopo.

Gli antichi romani usavano una spugna attaccata a un bastone, che veniva poi lavata in acqua salata o aceto. E fin qui tutto bene se non fosse che questo oggetto “il tersorium” era in comune!

Pionieri della pulizia intima furono ancora una volta gli orientali: la prima apparizione di carta usata per pulirsi “lì” risale al XIV secolo, nella Cina dell’imperatore Zhu Yuanzhang.

Lo testimonia (vedi il sito The Medievalist, specializzato nella divulgazione sul medioevo), una lettera dell’epoca in cui lo studioso Yan scriveva alla propria famiglia che “i pezzi di carta che riportavano materiale dai Cinque Classici o nomi di sapienti, non dovevano poi essere usati in quel modo”… dal che si deduce che “quella cosa” veniva fatta con carta meno importante.

Le fonti ci parlano di milioni di pacchi prodotti in un anno da una sola regione, ognuno con mille o 10mila fogli. La superficie di ognuno era di circa 8 cm quadri (un po’ meno di un foglio attuale) ed era anche profumata. E’ molto probabile che nonostante questa massiccia produzione, questa prima carta igienica fosse appannaggio dei più ricchi e che il resto della popolazione continuasse il “riciclo creativo”

… Ma, ci volle mezzo millennio prima che anche gli occidentali abbandonassero foglie, pezzi di vestiti, gomitoli di lana e fogli di giornale per cominciare a trattare con più delicatezza i propri “posteriori”.

PEZZE E CARTA “INNOMINABILE”

Nel suo Galateo (1558), monsignor Della Casa prende a esempio di tutto lo sporco le “pezze degli agiamenti”, teli di stoffa appesi nei gabinetti. E, già due secoli prima, nei conventi si usavano pezze ricavate dalle vecchie tonache per pulirsi.

Della “carta per usi igienici” si comincia a parlare solo nel Settecento, e con reticenza: era un prodotto “innominabile”, ma nel manico del “ventaglio per signora a doppio utilizzo” erano occultati foglietti di carta igienica. Sempre dal Settecento arrivarono anche i giornali: con la nascita dei quotidiani, “la stampa” ebbe (anche) questa funzione. E fino a pochi decenni fa, (ricorda il riciclo creativo della carta in Cina di secoli prima …)

STORIA MODERNA

Anche se la carta igienica è nata in Cina nel quarto secolo, prima del 1857, anno in cui lo statunitense Joseph C. Gayetty introdusse la prima confezione di “carta terapeutica” negli Stati Uniti, la carta igienica era pressoché sconosciuta. Quelli di Gayetty erano foglietti di carta intrisi di Aloe pubblicizzati come anti-emorroidi.  Dopo Gayetty, nel 1890, un’azienda produttrice di carta di nome “Scott”  ha iniziato la commercializzazione dei primi rotoli di carta igienica negli Usa. Non senza problemi: la carta igienica era infatti un prodotto innominabile e poco pubblicizzabile, visto ciò a cui serviva. L’accettazione da parte del pubblico è arrivata solo nei primi anni del 1900 quando è crollato il tabù dell’igiene intima. All’inizio era venduta in pacchetti, a strisce su ognuna delle quali compariva il nome del suo inventore.

Da questo punto in poi la storia è nota.

HOUSTON ABBIAMO UN PROBLEMA. E come fanno gli astronauti? Sulla stazione spaziale internazionale, si usa la comune carta igienica che poi viene sigillata in appositi contenitori e compressa.

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