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26 Ago

Disabili e non: la passione che fa la differenza

Con un titolo così potrebbe essere facile scadere nella retorica di massa. La verità è che non s parla mai abbastanza di inclusione e di abbattimento di barriere fisiche e mentali. Anche quando se ne parla si va per cicli sulla base dei trend del momento.

Personaggi come Bebe Vio e Alex Zanardi sono esempi di approccio alla vita per tutti, disabili e non. Ironia, forza di volontà, accettazione della propria condizione come normalità sono le basi per un’esistenza piena e senza recriminazioni. Ognuno di noi si troverà sempre in una condizione di disagio, almeno temporaneo, nel corso della propria vita.

Cosa fa la differenza?

La passione per ciò che si fa e la voglia di abbattere quelli che vengono imposti come limiti. Attraverso dedizione, collaborazione, idee, progetti ed azione (non rigorosamente in questo ordine) il mondo avanza e progredisce. Lo fa attraverso iniziative all’inizio sporadiche; iniziative che poi prendono piede, diventano esempi, creano interazione e diventano ciò che comunemente chiamiamo “normalità”.

Analizzando qualsiasi progetto di successo, la base di partenza è un sano egoismo del promotore o dell’ideatore. Prendiamo, per esempio, Alex Zanardi. Tutti conosciamola sua storia, non solo noi italiani. Dopo il suo terribile incidente durante una gara del campionato CART sulla pista del Lausitzring il, 15 settembre del 2001, ha compreso che la vita va avanti. I mesi sono passati tra riabilitazione e nuovi progetti, fino al suo primo casuale incontro con una handbike in un autogrill nel 2007.

Qualcosa è scattato. Il suo passato sportivo attento alla tecnologia gli ha fatto comprendere che molto si poteva fare in quel settore, a partire dal mezzo tecnico. Ha deciso di progettarne una partendo da zero, in collaborazione con il team Dallara. Da lì ha cominciato una nuova corsa.

Con umiltà, ha compreso che la sua passione per la competizione poteva trovare nuove vie non ipotizzate prima di allora. Tutti i suoi successi sono storia recente.

“Zanardi ha capito che, come lui, in tanti hanno il bisogno di crearsi un futuro differente da quanto ipotizzato. Ma ha anche capito che non è facile trovare la serenità e l’umiltà per rimettersi in gioco. E’ sicuramente partito avvantaggiato, grazie alle sicurezze economiche raggiunte, ma ha avuto l’enorme pregio di canalizzarle verso qualcosa di tangibile per tanti”.

La lezione o morale che dir si voglia?

Partendo da un bisogno personale si può e si deve lavorare con dedizione per il risultato. Lo dobbiamo a noi stessi, senza retorica. Per vivere al meglio il dono della vita bisogna divertirsi in ciò che si fa, dentro o fuori dall’ambito professionale.

La tecnologia ci può e ci deve aiutare. I progressi sono esponenziali negli ultimi anni e lo saranno sempre di più. In Piumalift ne siamo coscienti, ed è per questo che progettiamo soluzioni che possano favorire l’autonomia e la dignità della persona. Perché disabili e anziani sono innanzitutto persone e risorse per la società, come qualsiasi altro individuo.

 

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