FRATTURA DELL’ANCA E RIABILITAZIONE POST INTERVENTO
L’uso del sollevatore elettrico per Wc come ausilio in un’ottica di riabilitazione al movimento senza rischi o pericoli di farsi male
La frattura dell’anca è una delle maggiori emergenze sanitarie in ambito geriatrico. La causa più frequente è una banale caduta.
Il 30% dei pazienti con più di 65 anni con una frattura dell’anca muore dopo un anno; l’alta percentuale di decessi è dovuta a una serie di complicazioni che insorgono a causa della disabilità provocata dalla frattura, la più importante delle quali è senza dubbi la perdita di autonomia.
Ecco perché in tutti i casi di frattura dell’anca è vitale l’intervento chirurgico tempestivo, la riabilitazione post-intervento e il continuo controllo dello stato di salute del paziente.
Nella maggioranza dei casi, quando possibile, la riabilitazione post-intervento viene iniziata subito, anche il giorno dopo.
L’obiettivo è impedire l’immobilità del paziente con annesse complicanze da allettamento, il recupero del tono muscolare delle forze pre-intervento e della mobilità
Già dopo poche ore dall’intervento, per evitare il rischio di piaghe da decubito e la formazione di coaguli di sangue il paziente viene messo in piedi e fatto sedere su una sedia anche per stimolare il passaggio dalla posizione coricata alla posizione eretta.
La stessa attenzione alla mobilità viene data anche alla parte superiore del corpo con alcuni semplici esercizi per rafforzare i muscoli del tronco, delle braccia e i muscoli di entrambi gli arti inferiori. Poi, il giorno dopo l’intervento, il soggetto viene fatto alzare questa volta caricando il peso sull’arto sano, magari assistito da un’altra persona, o appoggiandosi a una sedia o alla sponda del letto. La raccomandazione in queste prime fasi è quella di non caricare con l’arto lesionato ma sfiorare terra con la punta del piede . Solo dopo due giorni dall’intervento con estrema cautela e a seconda del tipo di frattura e di intervento viene caricato l’arto lesionato.